I tre racconti di Natale che
sto per consigliarvi non sono propriamente tali. Niente buoni
sentimenti, né storie di malvagi pentiti o di bambini che sognano regali,
niente lacrime facili o scenette di armonia familiare. Non a tutti piace la
melassa della narrativa natalizia ed è perciò che, nel magico mondo dei
racconti, c’è anche chi si diverte a inventare storie in cui a Natale le cose
non vanno come, per consuetudine, si dice che vadano.
Di seguito, ecco dunque tre proposte per i lettori un po’ stanchi del mantra “a Natale siamo tutti più buoni”.
Di seguito, ecco dunque tre proposte per i lettori un po’ stanchi del mantra “a Natale siamo tutti più buoni”.
Alla fine però, anche un
consiglio di lettura più, per così dire, tradizionale perché, se non è per nulla vero che a Natale
siamo tutti più buoni, è vero però che, alla maggior parte di noi, almeno per
un giorno all’anno, piace crederlo.
Rex Stout, Festa di Natale
Il Christmas party
dell’ufficio, la festicciola natalizia aziendale, è quanto di più tradizionale
possa offrire il moderno immaginario della cultura pop anglosassone: il momento
in cui, nell’informalità degli auguri, ci si lascia andare, facendo così
emergere amori e odi usualmente nascosti
con cura dietro la patina grigia del tran tran lavorativo quotidiano. Questa
volta è Archie Goodwin, l’inossidabile collaboratore/dipendente di Nero Wolfe a
trovarsi invitato ad un party natalizio aziendale in cui il principale muore
all’improvviso sotto gli occhi attoniti dei partecipanti. Nero Wolfe, per
motivi che non possiamo specificare, non potrà fare a meno di lasciarsi
coinvolgere nell’inchiesta, arrivando come sempre a una soluzione del caso
tanto rapida quanto umiliante per le forze di polizia, per l’ennesima volta surclassate
in bravura dal geniale e bisbetico detective. Al di là del criminoso caso
natalizio, il racconto, ovviamente, trova il suo punto di forza nell’imprevedibile
Nero Wolfe, protagonista della saga che ha reso celebre Stout: perennemente innamorato
delle sue orchidee, perennemente refrattario a qualsiasi attività fisica, immancabilmente
maniacale nel culto del buon cibo, costantemente coinvolto in baruffe con ogni
essere umano, a partire dal segretario-amico-collaboratore Archie Goodwin, l’unico
che sappia tenergli testa. Spassoso.
Alice Scanlan Reach, Il Natale di padre Crumlish
Dalla serie Tv “Don Matteo” in poi, siamo tutti abituati all’idea
di un sacerdote che accosti l’indagine su torbidi fatti di cronaca al proprio
ufficio di uomo di chiesa. E, del resto, verrebbe da pensare, chi potrebbe
indagare la mente di un criminale, se non una persona che ben conosce il cuore
degli esseri umani? Probabilmente una riflessione del genere fu quella che
ispirò a G.K. Chesterton la figura dell’acutissimo Padre Brown, il prete
cattolico protagonista di oltre cinquanta storie gialle, pubblicate da
Chesterton dal 1911 in poi. Probabilmente una riflessione del genere deve
averla formulata anche Alice Scanlon Reach, statunitense, autrice di tredici storie, pubblicate negli anni ’60, aventi come protagonista padre Francis Xavier
Crumlish. Questo prete cattolico, di origini irlandesi, leggermente zoppo, è al
centro del breve racconto natalizio Father
Crumlish Celebrates Christmas (tradotto in Italia con il titolo di Il Natale di
padre Crumlish o, più letteralmente, con Padre Crumlish celebra il Natale) . In
questo caso il religioso si impegna
investigare sull’uccisione del ricco immobiliarista John Everett per
scagionare uno dei suoi parrocchiani più fragili, Charley Abbott, che, con la
sua storia pregressa di ricoveri psichiatrici e con i suoi comportamenti
apparentemente strani, viene individuato subito come il più ovvio colpevole
dell’omicidio. Alla fine del racconto anche una piccola ricetta per dei
biscotti natalizi.
S. S. Rafferty, Mascarade
Il breve racconto ha un’ambientazione originale: New York,
Natale del 1754.
S.S. Rafferty, questo lo pseudonimo dell’autore, attivo come
scrittore di gialli soprattutto fra gli anni ’70 e ’80, ispirato dalle
celebrazioni per il bicentenario della dichiarazione d’indipendenza americana,
ideò una serie di racconti ambientati nelle tredici originarie colonie
americane nel XVIII secolo. Protagonista ne è il Capitano Cork, un “cacciatore
di fatti” che, in Mascarade, viene invitato a uno degli eventi mondani più
attesi dall’alta società della città: la Rappresentazione allegorica della
vigilia, organizzata da Dame Ilsa van Schooner nel suo splendido palazzo. Il
lussuoso ricevimento dovrebbe avere il suo culmine nell’incoronazione della
giovane Gretchen (una delle figlie della padrona di casa) come sovrana del
nuovo anno, ma, come è intuibile, la festa viene funestata da un cruento
delitto. Cork indaga, fra palazzi illuminati da candele e inseguimenti a
cavallo.
Truman Capote, Ricordo di Natale
Infine, una storia di Natale per gli amanti del Natale, per tutti coloro che aspettano questo periodo dell'anno come un momento magico. Ricordo di Natale è un racconto semplice e delicato: Buddy e Sook, amici e cugini, sono, rispettivamente, un ragazzino e un'anziana signora insieme si affaccendano in mille preparativi nell'attesa del Natale.
Il racconto è reperibile in Italia in una bellissima edizione, pubblicata da Donzelli Editore nel 2011 e corredata dalle eleganti illustrazioni a colori di Beth Peck che esaltano la freschezza della storia di Capote. Il risultato è un volumetto che è un piacere leggere, ma anche semplicemente sfogliare, e che in poche pagine ci restituisce la trepidazione infantile dell'attesa del Natale, i piccoli riti domestici che lo precedono, la tenerezza degli affetti, presenti e perduti, che ci circonda in quel giorno.